LA STORIA

"La Notte della Tammorra", festival di musica e cultura popolare, ideato dal compositore napoletano Carlo Faiello e a cura de Il Canto di Virgilio, ha l’obiettivo di promuovere un Festival dedicato alla Tutela del Patrimonio Immateriale, alla difesa della Cultura Popolare; un evento rivolto alla accoglienza e al confronto dei portatori di tradizione, dei costruttori di memoria, artigiani, musicisti, associazioni e rappresentanti di comunità locali della Regione (e non solo) - che offriranno al pubblico campano e ai turisti un’occasione unica per testimoniare a favore del valore e dell'importanza della salvaguardia del patrimonio culturale della nostra terra.

Ogni anno i diversi appuntamenti promossi da "La Notte della Tammorra" sono ricchi di musica, danza, canto e hanno come obiettivo quello di dimostrare il legame profondo e simbolico tra tradizione ed innovazione, per cui ricucire i fili del passato significa avere una solida tela nel futuro. Come per tutte le edizioni, si presta attenzione a non riproporre una rappresentazione nostalgica o oleografica, né tanto meno un'operazione erudita o dotta, ma si resta fedelie allo spirito, per cui negli anni l’evento si è contraddistinto: una Grande Festa Popolare. Una successione di sonorità ancestrali prodotte da strumenti acustici andati in disuso e che sono prepotentemente tornati alla ribalta, come: Zampogne e Chitarre Battenti, Ciaramelle e Nacchere, ed, ovviamente; Tammorre…

Si propongono Tarantelle e Moresche, Tammurriate e Pizziche Tarantate, Saltarelli e Canti a Distesa, dando, inoltre, spazio anche alle inedite forme sonore di giovani musicisti che, utilizzando gli archetipi dell’arte popolare, offrono nuovi spunti per la musica contemporanea. I motivi d'interesse che portano a produrre e promuovere "La Notte della Tammorra on tour" sono molteplici: dal recupero della tradizione e dalla specificità dell’evento alla sua moderna dimensione eco-culturale; dalla salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio etnico alla diffusione del linguaggio arcaico; dai significati storici ed antropologici fino alle valenze attuali di una festa che si qualifica sempre più come momento di un'affermazione di tipo "identitario", cioè, come la rappresentazione di un "Corpus Culturale" che la comunità della Regione Campania avverte come proprio ed esclusivo, e, ancora, come grande spettacolo di musica popolare che gli amministratori offrono al popolo campano, e, in particolar modo, a quel flusso di turisti che negli ultimi tempi sembra voler privilegiare un contesto di pura aggregazione soddisfacendo i bisogni di ordine socio-culturale. Carlo Faiello